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La psicoterapia online: un nuovo spazio di pensiero

By 18 Settembre 2023 No Comments

di Iside Cianci

La terapia online può considerarsi una possibilità che rientra a pieno titolo nei modi riconosciuti di fare psicoterapia, offrendo un’alternativa alla pratica standard (Fornari, S., & Terranova, C. M. D., 2020). In Italia tale pratica ha cominciato a prendere piede in tempi più recenti rispetto allo scenario internazionale, affermandosi soprattutto durante e dopo la pandemia del 2020, risultando l’unico mezzo, in pieno lockdown, per portare avanti percorsi già avviati o per intraprenderne di nuovi. Sono ormai numerose le piattaforme e i professionisti che offrono questo servizio e tanti gli utenti che scelgono tale pratica, mossi da motivazioni diverse: impossibilità di spostamento per cause fisiche, costo ridotto della terapia, trasferimenti all’estero, ritiro sociale, eccetera. Anche la nostra Associazione svolge, su richiesta, incontri di supporto psicologico online e pertanto proveremo a fare una riflessione vagliando pro e contro. 

All’interno della nostra comunità scientifica si è molto dibattuto sulla terapia a distanza: ci si è chiesti soprattutto se l’online metta a repentaglio il senso del limite, dando a paziente e terapeuta l’illusione di essere onnipresenti e anche, forse, onnipotenti. È, in effetti, un dato di fatto che la pratica online renda più accessibile la cura, nei termini in cui è possibile connettersi da qualsiasi parte del mondo e in qualunque condizione psico-fisica, ma probabilmente è importante capire fino a che punto. 

Fino a che punto ci si può spingere? La terapia online porta con sé sicuramente alcuni aspetti positivi come la possibilità di agganciare persone più restie alla cura psicologica o semplicemente più timorose. Può rappresentare, in effetti, una possibilità di cura vissuta come meno minacciosa che permette di avvicinarsi ad un mondo che talvolta può spaventare. D’altra parte, la scelta dell’online potrebbe anche essere rappresentativa della difficoltà o poca disponibilità ad uscire dalla propria comfort zone, sentendosi più sicuri all’interno dell’ambiente domestico. 

Il rischio dell’eccessiva accessibilità potrebbe essere la perdita del valore della cura e quindi della terapia, un valore che risiede nell’incontro con l’altro in uno spazio e in un tempo ben preciso. Possiamo dire con fermezza che la terapia si basa fondamentalmente sulla relazione e pertanto, in linea con ciò, si potrebbe pensare che siano entrambi i soggetti coinvolti – terapeuta e paziente – a prendersene cura, ponendo così rimedio alla questione del valore. In altre parole, paziente e terapeuta insieme formano e, allo stesso tempo, contribuiscono al campo terapeutico e, in linea con ciò, ne sono direttamente responsabili, seppur in maniera diversa. Viene da sé che nella terapia online, più che nella terapia in presenza, riveste grande importanza l’alleanza terapeutica. Una buona alleanza terapeutica è alla base di qualsiasi psicoterapia, contribuendo alla sua efficacia. Ad ogni modo, il fattore chiave è sicuramente la relazione che rappresenta uno spazio che non necessariamente ha bisogno di essere anche un luogo fisico: è, innanzitutto, l’essere con l’altro. 

Gillian Isaacs Russell (2017), in merito alla terapia online, sottolinea che nel quadro di una terapia a distanza l’idea di presenza è separata dalla necessità di essere di fronte all’altro, e acquista piuttosto un carattere simbolico e astratto. “La presenza, quando la separiamo dalla necessità di un diretto incontro fisico, è legata all’idea di contatto e di incontro fra analista e paziente”. Dunque, potremmo affermare che è vero sì che nella terapia a distanza vi è l’assenza del corpo o per lo meno una parte, quella che porta con sé tutta una serie di aspetti non verbali utili al terapeuta ma anche alla relazione, tuttavia è possibile fare affidamento su di una presenza altra, quella psichica e relazionale, che può prescindere dal corpo. Inoltre, lo stesso Freud poneva l’origine del pensiero proprio nell’assenza, come per dire che quest’ultima può muovere pensieri e fantasie, portando l’altro ad accedere ad un livello fantasmatico più vicino al pre-conscio che al conscio, aspetto sicuramente positivo per la terapia. 

Ad ogni modo, affinché quanto finora descritto possa avvenire, è fondamentale che vi siano alcune condizioni necessarie come il rigore (da non confondere con la rigidità) di un setting interno del terapeuta che possa far sì che la stanza – virtuale e non –  di terapia sia un ambiente sicuro basato su una presenza affidabile che permetta al paziente di conseguire la stabilità necessaria a sviluppare una certa indipendenza psichica (ibidem, Gillian Isaacs Russell, 2017). Inoltre è importante che il paziente, a sua volta, possa condurre la terapia in uno spazio in cui senta tutelata la propria privacy, preferibilmente in uno spazio privato in cui si è a proprio agio e in cui si può parlare liberamente. Infine, ad un livello meno pragmatico, è importante, per qualsiasi tipo di terapia, a distanza o in presenza, che il paziente senta che ci sia, in primis, nella sua mente la possibilità di creare uno spazio di pensiero che un po’ alla volta, con l’aiuto del terapeuta, possa essere abitato. 

In conclusione, secondo l’esperienza clinica di Fornari e Terranova (2020), la psicoterapia online può essere equivalente alla psicoterapia in presenza nella misura in cui rimane garantita la possibilità di instaurare una relazione terapeutica, nella quale il paziente può iniziare a immaginare e soprattutto sperimentare modalità alternative di mettersi in relazione nonché nuove modalità di pensiero.

Per approfondire:

Fornari, S., & Terranova, C.M.D. (2020). La psicoterapia online in videochiamata. Costruttivismi, 7, 3-21. doi: 10.23826/2020.01.003.021

Russell, G.I. (2017). Psicoanalisi attraverso lo schermo: i limiti delle terapie e online. Roma: Astrolabio-Ubaldini.