L’eco-ansia: origini, impatti e strategie di gestione

di Tessa Peruzzo

L’eco-ansia, nota anche come climate anxiety, rappresenta un fenomeno psicologico e sociale in crescita, caratterizzato da preoccupazione e ansia legate alla crisi ambientale e alle minacce alla sostenibilità del nostro pianeta. Ricerche recenti evidenziano un aumento del disagio psicologico correlato alla consapevolezza del cambiamento climatico globale, considerato dall’Associazione Psicoanalitica Internazionale come la principale minaccia per la salute del XXI secolo. Pur non essendo ancora ufficialmente riconosciuto nel DSM-5, il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, il termine “eco-ansia” emerge come concetto chiave, descritto dall’American Psychological Association come una “paura cronica della rovina ambientale”.

Questa sensazione può emergere dalla percezione di una minaccia globale imminente. L’osservazione di impatti visibili come ondate di calore, eventi meteorologici estremi e perdita di biodiversità contribuisce a una sensazione di insicurezza collettiva. La percezione di impotenza di fronte ai problemi climatici e la sfiducia nelle azioni governative amplificano l’ansia individuale.

La climate anxiety può manifestarsi attraverso sintomi di distress psicologico e fisico, tra cui insonnia, iperattività del sistema nervoso autonomo e irritabilità. Questi sintomi possono significativamente impattare la qualità della vita e influenzare i comportamenti sociali, portando a un aumento dell’isolamento, che può esprimersi anche come una tendenza a evitare discussioni sui cambiamenti climatici.

La gestione efficace dell’eco-ansia richiede un approccio globale. La consapevolezza chiara dei problemi ambientali è il primo passo, seguito dall’educazione sui cambiamenti climatici e sulle azioni possibili. La responsabilità individuale e collettiva gioca un ruolo chiave, coinvolgendo la partecipazione ad iniziative locali e la promozione di comportamenti sostenibili. L’espressione aperta delle emozioni è fondamentale, e il supporto psicologico professionale può essere necessario nei casi più complessi.

Sentirsi parte di una soluzione è essenziale nell’affrontare l’eco-ansia. Il coinvolgimento in iniziative locali e il sostegno a organizzazioni ambientaliste contribuiscono a costruire connessioni comunitarie, riducendo il senso di isolamento. L’apertura nel condividere le preoccupazioni con amici, famiglia o gruppi di supporto può alleviare il peso emotivo.

In alcuni casi, il supporto di professionisti della salute mentale è indispensabile. Psicologi e psicoterapeuti possono aiutare a esplorare le radici profonde dell’ansia, sviluppare strategie di coping personalizzate e fornire un sostegno emotivo mirato.

Il sostegno psicologico può prendere diverse forme. Si può promuovere la resilienza della persona che soffre di eco-ansia aiutandola a percepire e leggere il proprio disagio, cercando di attribuirgli un significato più profondo: questo consente alle emozioni di essere più accessibili e di poter essere espresse in modo adeguato e funzionale. Si può essere guidati nel trovare legami sociali e sostegno emotivo attraverso l’adesione ai gruppi specificamente intesi a sostenere il processo emotivo degli individui che soffrono di eco-ansia. È possibile anche essere sostenuti nei propri sforzi per connettersi, crescere e attuare piani d’azione per ridurre la propria impronta ambientale e unirsi agli sforzi collettivi per difendere i valori ecologici. Infine la persona può essere aiutata a connettersi alla natura come spazio di riflessione, rifornimento e ispirazione, in modo poter trovare un equilibrio emotivo e un senso di scopo.